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LTE 4G-5G

Info
Sesto san Giovanni; 16 Gennaio 2020         DVB-T2                                               
 
A poco più di una settimana dall'interruzione delle trasmissioni, sono ufficialmente riprese sul digitale terrestre le trasmissioni di Alice e Marco Polo. Dalla giornata di oggi infatti i due canali di AlmaMedia possono nuovamente essere visti tramite i decoder. Ecco tutte le informazioni sulla sintonizzazione.
 
Per seguire Alice e Marcopolo è infatti necessario effettuare la risintonizzazione dei televisori e decoder, dal momento che è cambiato il mux da cui vengono trasmessi. Il nuovo è il multiplex Rete Capri (UHF 57).
 
Per quanto riguarda la numerazione, Alice continuerà ad essere disponibile alla posizione 221 e 223, mentre Marcopolo passerà al 222 e 224. Interessante notare come i due canali possano essere visti anche tramite streaming sui rispettivi siti web ufficiali, che consentono di seguirli in diretta da smartphone, tablet e PC.
 
Nessuna informazione invece sugli altri canali del gruppo: Case Design Stili e Pop Economy infatti continuano a non essere disponibili.
 
Questa novità si aggiunge allo spostamento di alcuni canali Mediaset e Sky di cui abbiamo avuto modo di parlare la scorsa settimana. Nei prossimi mesi, in vista dello switch al DVB-T2 potrebbero essere necessarie altre modifiche alla numerazione, anche per motivazioni puramente tecniche. Da oggi infatti è partito il trasferimento sul mux 1 Rai e Mediaset 4 dei canali "720p HEVC Main 10" che consente di verificare istantaneamente se il proprio TV o decoder è compatibile col DVB-T2.
 
 
Attivate le prove di funzionamento del DVB-T2, Solo con nuove tecnologie.
 
 
Sono giornate frenetiche dal fronte del digitale terrestre in vista dello switch off al DVB-T2. Dalla giornata di oggi, Mercoledì 15 Gennaio, sono attivi sul Mux Mediaset i cartelli che permettono di verificare la compatibilità dei decoder e televisori con il nuovo digitale terrestre. Il 17 Gennaio lo stesso cartello approderà anche sul mux 1 Rai.
 
Il cartello "720p HEVC Main 10" è quindi disponibile da oggi alla posizione 200 della guida TV, mentre tra due giorni sarà aggiunto anche al 100, rispettivamente su Mux Mediaset 4 e Mux 1 Rai. Ovviamente, per visualizzarlo è necessario effettuare la risintonizzazione completa delle frequenza, che consentirà alle proprie apparecchiature di agganciare i nuovi parametri tecnici.
 
 
Il funzionamento è molto semplice: se si visualizza lo schermo nero, significa che il decoder/TV non è compatibile con il nuovo DVB-T2 HEVC, il che comporterà l'acquisto di un nuovo dispositivo entro il 2022 per poter continuare a seguire i
 
propri programmi preferiti. In caso contrario, invece, non sarà necessario alcun adeguamento e si potrà continuare ad utilizzare l'apparecchiatura in dotazione.
 
Ricordiamo che il passaggio al DVB-T2 sarà graduale e prenderà il via il 1 Settembre con l'addio all'MPEG-2 a favore dell'MPEG-4. Lo switch off vero e proprio prenderà il via dall'Area 2 ed Area 3 secondo il calendario ufficiale del MISE.
 
 
     Torre Bruno      BJ                                                                                                                            
 
Technical service Manager
 
            
telefonia antenna
Effetti dellla telefonia mobile LTE 4G sugli impianti antenna TV esistente

Segnala il problema e chiedi l’installazione del filtro, antenne ,centrale LTE:

Se improvvisamente, il tuo televisore non riesce più a trasmettere alcuni o tutti i canali digitali terrestri, la colpa potrebbe essere delle interferenze LTE, il nuovo standard di trasmissione della banda ultra larga degli smartphone e dei tablet 4G.
L’LTE, infatti, trasmettendo anche su frequenza 800 Mhz, la stessa utilizzata dai canali televisivi terrestri, può disturbarne la visione.
Quali disturbi causano le interferenze?

-Totale mancanza di visione di tutti canali terrestri
-Visione parziale: si vedono solo alcuni canali
-Visione disturbata: squadrettamento, difetti nell’audio, ecc..
CHE COS'È?

TV digitale terrestre, dovuti alle interferenze tra i segnali LTE e quelli televisivi. Le potenziali difficoltà nella ricezione dei segnali della TV dipendono dalla graduale accensione da parte degli operatori di telefonia mobile delle stazioni radio base LTE, che trasmettono in banda 800 MHz (le trasmissioni LTE in banda 1800 MHz e 2600 MHz non creano interferenze alla TV). La tecnologia LTE è alla base dei sistemi di telefonia mobile di quarta generazione, detti anche servizi 4G, che consentono la connessione internet ultraveloce per smartphone e tablet.


Da gennaio 2013 verranno attivate gradualmente in Italia le antenne 4G per veicolare il segnale LTE. Si prospetta però un inconveniente: la frequenza su cui opereranno potrebbe creare interferenze con la ricezione del segnale TV del Digitale Terrestre.
Il segnale LTE già lanciato da TIM, Vodafone e Tre Italia in alcune località italiane non ha costituito finora problemi di sorta in quanto operante ad una frequenza non toccata dal Digitale Terrestre.
Le nuove antenne opereranno invece a 800 MHz, ponendo quindi i già citati problemi di interferenza con i sistemi riceventi televisivi.


4G 5G
Cos'è il 5G, come funziona e quando arriverà
5G è la sigla che indica la prossima generazione per la comunicazione mobile, che permetterà velocità di trasferimento altissime e nuovi modi di sfruttare il traffico dati, ma anche di connettere più persone e più dispositivi. I test stanno cominciano ora e si guarda alla fine del decennio per le prime applicazioni commerciali.
Cos'è il 5G?
Introduzione
Dal primo telefono cellulare alle reti 4G, la comunicazione mobile è cambiata moltissimo in poche decadi. Siamo ormai alla quarta generazione "G", e stiamo già assistendo ai primi vagiti delle reti 5G, che promettono velocità da 100 a 1000 volte superiori a quelle 4G. Ciò significa che presto potremo scaricare un film intero in pochi secondi e, ancora più importante, che i nostri dispositivi saranno ancora più efficienti.
Prima di tutto bisogna capire che le reti 5G sono ancora molto acerbe, e che le autorità non hanno ancora definito alcuno standard a riguardo. La statunitense Federal Communications Commission (FCC) in effetti ha appena cominciato a prendere in considerazione le alte frequenze che saranno usate dalla prossima generazione tecnologica.
Oggi la sigla 5G è più che altro il riflesso delle idee e delle speranze che hanno governi e aziende di tutto il mondo. Noi siamo testimoni di un processo che si ripete più o meno ogni dieci anni, e ormai non dovremmo farci accecare dalle dichiarazioni roboanti. Siamo ancora in un territorio molto fosco, ma dopo aver intervistato diversi esperti nel settore, comunque, ci siamo fatti un'idea abbastanza chiara di cosa aspettarci.
Cos'è il 5G?
Il termine 5G sta per "quinta generazione", e generazione si riferisce all'insieme di requisiti, per dispositivi e reti, che determinano la compatibilità con un certo standard. Descrive le tecnologie necessarie a far funzionare un certo tipo di comunicazione.
Le reti di seconda generazione (2G) nacquero nel 1991 come un insieme di standard che regolavano la telefonia mobile, senza particolari preoccupazioni riguardo la trasmissione dati. Con la terza generazione, 3G, ci si concentrò sulla voce ma anche su Internet in mobilità, videochiamate e TV in mobilità. La 4G fu progettata per migliorare in aspetti come la telefonia via IP (VoIP), la videoconferenza e il cloud computing, oltre che sul video in streaming e il gioco online.
Con le reti 5G "potrete scaricare un intero film in pochi secondi", ha affermato Ted Rappaport, direttore del centro di ricerche NYU Wireless (Scuola Politecnica di Ingegneria, Università di New York). Secondo Rappaport la quinta generazione potrebbe essere fino a 1000 volte più veloce del 4G. In effetti potremo vedere velocità di "10 gigabit al secondo o anche di più, con uno o anche diverse centinaia di Mbps al margine della cella", ha detto Rappaport.
Senza farci prendere troppo dall'emozione, ricordiamo però che anche prima della 4G LTE si parlava di velocità fino a 300 Mbps, ma oggi le velocità reali non ci si avvicinano nemmeno, con 5-12 Mbps in download e 2-5 Mbps in upload mediamente. Secondo Paul Carter, AD di Global Wireless Solutions (società che si occupa di testare le prestazioni di rete per gli operatori di tutto il mondo), le velocità LTE reali si aggirano tra 5 e 8 Mbps in una città. Nei test del 2014, comunque, diversi operatori, anche in Italia, sono riusciti a raggiungere anche 30 Mbps di velocità massima. Anzi siamo arrivati anche oltre, ma i test e le prestazioni reali non sono la stessa cosa.
Leggi anche: Internet TIM 4G: Tom's Hardware fa il test on the road
Oltre all'aumento di velocità e throughput, comunque, con la 5G arriveranno anche comunicazioni più efficienti tra diversi dispositivi, come ci ha spiegato Asha Keddy – vice presidente di Intel per la divisione "standards and advanced technology". Per esempio, una casa intelligente (smarthome) con molti sensori connessi in 5G non avrebbe bisogno di una grande throughput per inviare i dati dall'altra parte del mondo, ma sicuramente di tempi di risposta molto ridotti. I dispositivi 5G potrebbero individuare e sfruttare le giuste frequenza per ogni tipo di messaggio, rendendo così più efficiente la comunicazione.
Ci sono quindi due diversi spiriti che animano lo sviluppo del 5G: da una parte si punta al "semplice" incremento delle prestazioni, e dall'altra a una più ampia "iperconnessione" che vede un collegamento globale di miliardi di persone e dispositivi (Internet of Things).
A tutti noi piacerebbe avere reti sempre più veloci, ma è forse il secondo quello più interessante: organizzazioni come Internet.org e altri sono sempre alla ricerca di strumenti per rendere connesse le molte persone che oggi sono escluse dalla vita online, e di certo potrebbero sfruttare le reti 5G – più flessibili e in teoria meno costose.
Come funzionerà il 5G?
Tre parole: extremely high frequency, o onde millimetriche, vale a dire onde radio tra 30 e 300 GHz, la banda di frequenza più alta possibile. L'uso di questo spettro non è ancora regolamentato (lo sarà) e può potenzialmente migliorare moltissimo tanto la velocità quanto la capacità di trasmissione effettiva (throughput).
Pensate agli spettri di frequenza utilizzabili come a un recipiente triangolare parzialmente riempito con dell'acqua. Le telecomunicazioni moderne oggi usano le frequenze basse, vicino alla base del contenitore. Non c'è praticamente alcun traffico (l'acqua) sopra i 24 GHz oggigiorno, perché quelle onde hanno dimensioni molto piccole e tendenzialmente funzionano su brevi distanze. Si prendano a esempio le connessioni 4G LTE.

Sviluppi recenti però stanno cambiando il panorama, come dimostra per esempio una ricerca pubblicata nel maggio 2013 da ricercatori della NYU (Università di New York) su IEEE Access, che spiega come sia possibile usare le onde millimetriche per trasmissioni a lungo raggio. Successivamente, nell'ottobre 2014, Samsung dimostrò di poter arrivare a 7,5 Gpbs usando una rete a 28 GHz – numeri che si traducono in 940 MB scaricati in un solo secondo, anche se in condizioni ideali ovviamente.
Una volta chiarito che la via delle alte frequenze è percorribile e approvata dalle autorità, gli operatori del settore possono e potranno cominciare a sviluppare componenti specifici, come moduli radio e processori, necessari per sfruttare le nuove reti. Questa tuttavia è solo una delle questioni aperte e da sola non è risolutiva.  Ammesso e non concesso che nascano reti ad altissima frequenza, poi c'è il problema di portarne i benefici alle persone e i dispositivi finali.

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